La mastite è una condizione patologica caratterizzata dall’infiammazione della ghiandola mammaria, prevalentemente osservata nelle donne durante il periodo di allattamento, sebbene possa verificarsi anche in altri contesti clinici.

Quest’affezione si manifesta con dolore al seno, edema, pelle arrossata e, talvolta, sintomi influenzali. La mastite può essere conseguenza di un’infezione batterica, di un’ostruzione dei dotti lattiferi o di un’infiammazione indotta dalla stasi lattea.

Un intervento tempestivo è fondamentale per alleviare i sintomi e prevenire complicanze. La diagnosi precoce della mastite è, inoltre, essenziale per una gestione clinica efficace e per la salvaguardia della salute mammaria durante l’allattamento.

Cos’è la mastite?

La mastite è un’infiammazione dolorosa della mammella generata da batteri associati a Staphylococcus aureus, un agente eziologico considerato la causa principale delle infezioni dei tessuti molli.

Esistono due tipologie di mastite che possono essere diagnosticate:

  • la mastite puerperale, tipica del periodo di allattamento;
  • la mastite non puerperale, che si verifica in donne che non presentano una storia clinica collegata né al parto né all’allattamento al seno.

Nel secondo caso, i fastidi possono derivare da traumi al seno o ferite che permettono ai batteri di penetrare, specialmente in presenza di scarse condizioni di igiene o, ad esempio, di una patologia medica pregressa come il diabete.

La distinzione tra queste due tipologie di mastite, appare fondamentale nella scelta della terapia perché guida il trattamento con antibiotici specifici.

In generale, la mastite è causa di dolore al seno per un’ampia percentuale di donne in età compresa tra i 20 e i 40 anni, con un tasso di incidenza che varia dal 2,6% al 30%. Tra le donne che allattano, fino al 10% può essere colpito da questa condizione infiammatoria con successivo peggioramento dello stato di salute.

È cruciale riconoscere e trattare la mastite tempestivamente per evitare complicanze come l’ascesso mammario e per garantire che l’allattamento del neonato possa continuare in modo adeguato. Quindi, una gestione appropriata della mastite è essenziale per il benessere della madre e del bambino.

Cause della mastite

La mastite è spesso causata da un’infezione batterica che può derivare dall’ostruzione dei dotti lattiferi, a sua volta generata da un drenaggio inadeguato del latte. Questo accumulo, noto come stasi lattea, rappresenta un fattore predisponente per lo sviluppo della mastite.

La condizione può manifestarsi a causa di diversi fattori:

  • infettivi: un’infezione batterica può insorgere quando le difese immunitarie sono compromesse, rendendo il corpo più suscettibile all’attacco da parte di agenti patogeni;
  • meccanici: questo tipo di mastite può essere causata da un attaccamento non corretto del bambino durante l’allattamento al seno, che può provocare lesioni cutanee dolorose nell’area del capezzolo o ragadi.

Il trattamento della mastite richiede un approccio combinato. Ad esempio, misure conservative come il drenaggio frequente del seno mediante l’allattamento o l’uso di un tiralatte, sono fondamentali per alleviare i sintomi. Inoltre, quando è presente un’infezione, la cura antibiotica si mostra necessaria per eliminare i patogeni coinvolti.

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Sintomatologia

La sintomatologia della mastite può manifestarsi con i segni tipici di un’infezione: gonfiore localizzato che può variare a seconda delle eventuali componenti ascessuali, dolore al seno, calore e rossore. Un possibile disturbo da considerare è la linfoadenopatia ascellare (ingrossamento dei linfonodi sotto l’ascella) sentinella di un’infezione in corso. Di solito si presenta come unilaterale, ma in alcuni casi può colpire entrambe le ghiandole mammarie.

La presenza di un’eruzione cutanea può essere caratterizzata da pus, che può indicare un’infezione più grave, aumentando il rischio di sviluppare una mastite bilaterale. Questo può manifestarsi in circa il 20% dei pazienti con una sensazione di instabilità del tessuto rilevabile alla palpazione nell’area circoscritta dal gonfiore. Non è consigliata la spremitura manuale del seno, poiché può aumentare il rischio di formazione di ascessi. La formazione di un ascesso si verifica in circa due terzi dei casi di mastite.

Se non si individuano ascessi e la condizione persiste, nonostante un trattamento prolungato, è opportuno considerare la possibilità di un raro tipo di cancro denominato carcinoma infiammatorio della mammella. Questo può presentarsi anche durante il periodo post-parto, simulando inizialmente una mastite.

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Diagnosi e trattamento

La diagnosi di mastite si basa principalmente sull’anamnesi e sulla prescrizione di alcuni esami clinici, tuttavia, se si sospetta la presenza di un ascesso nella zona mammaria, è necessario eseguire un’ecografia al seno per rendere la diagnosi certa.

In caso di infezioni gravi che successivamente alla terapia antibiotica non danno risposta positiva, si consiglia di procedere con un esame di laboratorio che prevede la coltura del latte materno. Questa prassi è indicata anche in caso di infezioni ricorrenti.

La diagnosi della mastite prevede varie fasi:

  • sintomi riferiti dalla paziente di dolore o fastidio al seno e descrizione in via generale di sintomi come febbre o malessere generale;
  • ispezione del seno per valutare gonfiore o ristagno di latte, causato dall’ostruzione di dotti galattofori;
  • diagnosi differenziale, fondamentale per comprendere se si soffre di altre patologie che potrebbero presentare gli stessi sintomi della mastite.

Dopo la terapia iniziale, è fondamentale il monitoraggio continuo della paziente e, laddove il processo di guarigione appaia più impegnativo del previsto, è fondamentale integrare la cura con un piano terapeutico più efficace.

Spesso è necessario coinvolgere medici specialisti come il ginecologo o il senologo per discutere ulteriori terapie. La storia clinica personale, con indicazioni quali tipologie di farmaci assunti o precedenti episodi di mastite e febbre puerperale, è fondamentale per una corretta anamnesi.

Il trattamento delle infezioni include riposo, idratazione adeguata, poppata frequente da parte del neonato e impacchi caldi che favoriscono la circolazione. Successivamente alla fase di allattamento è consigliato fare degli impacchi freddi.

La cura della mastite può comprendere anche l’utilizzo di FANS o paracetamolo, per combattere i sintomi degli stati influenzali causati dall’infezione, e di dicloxacillina, un antibiotico molto efficace contro lo Staphylococcus aureus. Infatti, un trattamento antibiotico per bocca può risolvere efficacemente la maggior parte dei casi di mastite, poiché questa condizione raramente è associata a gravi complicanze, risolvendosi solitamente con una rapida guarigione.

Prevenzione

La prevenzione della mastite può includere diverse strategie comportamentali. Adottando alcuni semplici accorgimenti, infatti, questa condizione comune per chi è diventata mamma da pochi mesi può migliorare tramite pratiche di allattamento che riducano il rischio di infezioni da microrganismi. Questo accorgimento è considerato uno dei rimedi più efficaci tra quelli consigliati dai medici.

È fondamentale, inoltre, assicurare un corretto posizionamento del bambino durante i primi giorni di puerperio. In questa fase, la produzione di latte aumenta gradualmente fino a raggiungere un livello sufficiente per soddisfare le esigenze del neonato. Tuttavia, questa fase può presentare diverse criticità.

Di seguito alcuni consigli per prevenire la mastite:

  • mantenere un regime di allattamento con poppate regolari per evitare l’accumulo di latte. Se il seno è vuoto, il rischio di stasi diminuisce notevolmente;
  • mantenere una buona igiene e lavarsi le mani sia prima che dopo l’allattamento;
  • gestire al meglio lo stress e concedersi del riposo: la stanchezza può essere deleteria per il sistema immunitario;
  • indossare reggiseni comodi per prevenire fastidi: questi, non devono comprimere eccessivamente le mammelle o stringere i tessuti molli della zona. È sconsigliato l’uso di reggiseni definiti “da allattamento” che, con ganci laterali, possono bloccare la naturale fuoriuscita del latte dai dotti.

La mastite si può prevenire anche seguendo un’alimentazione corretta, che supporti un’adeguata produzione di latte materno. Integrare la dieta con il consumo quotidiano di frutta secca e alimenti ricchi di omega-3 (come il salmone e le noci) può contribuire al benessere generale grazie alle proprietà benefiche di questi prodotti. Al contempo, è importante limitare il consumo di zuccheri raffinati o alimenti piccanti che possono favorire l’insorgenza di stati infiammatori. Bere molta acqua è consigliato per mantenere i tessuti idratati.

Chiaramente, è sempre importante seguire scrupolosamente le indicazioni del medico, che può rilasciare una prescrizione per la somministrazione di farmaci considerati adatti per il trattamento della mastite o consigliare una visita presso una struttura specializzata.

Infine, è necessario specificare che la prevenzione parte anche dall’osservazione: saper riconoscere i sintomi iniziali della mastite può fare la differenza e ridurre significativamente il rischio di dover curare questa condizione in un secondo momento.

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