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Disturbo da stress post traumatico
Il disturbo da stress post traumatico (Post-Traumatic Stress Disorder, PTSD) è un problema di salute mentale che si sviluppa in seguito a un evento traumatico ed è caratterizzato da pensieri ossessivi sull’episodio, sensazioni ricorrenti di ansia e disagio, flashback ed evitamento di situazioni analoghe.
L’impatto del PTSD sul benessere intimo
Il vaginismo può essere una manifestazione fisica di un trauma subito: i sintomi possono andare oltre il dolore fisico e comprendere PTSD, ansia o depressione.
La maggiore prevalenza di vulvodinia tra le donne a cui viene diagnosticato il PTSD indica che questo disturbo può contribuire alla probabilità di sviluppare vulvodinia. Inoltre, vulvodinia, depressione e disturbo da stress post traumatico potrebbero avere lo stesso profilo fisiopatologico e lo stesso profilo di rischio.
La sintomatologia del PTSD può essere una causa o una concausa persistente del calo del desiderio sessuale: quest’ultimo e il PTSD possono essere legati da un’alterazione dell’adattabilità allo stress.
Strategie di gestione del PTSD
Le strategie di gestione negative (come bere, fare uso di droghe, mangiare o fumare allo scopo di anestetizzare i sentimenti) possono diminuire lo stress o placare i pensieri, risultando efficaci nel breve periodo, ma a lungo termine diventano pratiche autodistruttive e possono portare alla dipendenza.
I trattamenti appropriati che hanno dato prova di essere efficaci per il PTSD includono la terapia cognitivo-comportamentale e altri meccanismi di gestione più positivi come la mindfulness, la meditazione e l’attività fisica. È stato dimostrato che anche gli animali domestici appositamente addestrati possono essere d’aiuto a chi soffre di questo disturbo.
Come lo stress e l’ansia possono influenzare la vagina
Sebbene l’ansia non abbia un effetto diretto sulla salute intima, può essere la causa di problemi legati allo stress che, a loro volta, possono causare problemi vaginali. Gli squilibri causati dallo stress possono portare a problemi di salute più gravi, come le infezioni vaginali.
L’ansia, per esempio, può portare a un’ipersensibilità e a una maggiore consapevolezza dei fastidi, che possono essere gestiti con un trattamento ansiolitico. In ogni caso, nel momento in cui insorgono, i disturbi vaginali come infezioni, perdite e dolore, devono essere trattati come qualsiasi altra patologia intima.
Come lo stress altera il microbiota vaginale
Il cortisolo, l’ormone dello stress, può alterare la composizione e la funzione del microbioma vaginale, causando una diminuzione dei batteri buoni e aumentando il rischio di infezioni come la vaginosi batterica. È stato riscontrato che i fattori di stimolo dello stress, come condizioni di vita difficili, cattiva alimentazione o conflitti interpersonali, aumentano il rischio di vaginosi batterica indipendentemente dai comportamenti individuali. Infatti, uno studio condotto su 3.500 donne ha evidenziato una significativa correlazione tra alti livelli di stress psicologico e aumento del rischio di vaginosi batterica.
La vaginosi batterica è caratterizzata da un’alterazione della flora vaginale, in cui le specie di Lactobacillus che producono perossido di idrogeno e che normalmente sono predominanti, risultano presenti in minor concentrazione rispetto ai batteri Gram-negativi e anaerobi.
Durante la gravidanza, una perdita di Lactobacillus nella flora vaginale materna, dovuta allo stress, può determinare una trasmissione ridotta di questo batterio al nascituro. Le alterazioni del microbioma vaginale materno, dovute alla riduzione di Lactobacillus a causa dello stress, sono associate alla riprogrammazione metabolica dell’intestino e del cervello del nascituro.
Equilibrio del pH, infezioni e libido
Un pH leggermente acido è perfetto per la crescita dei batteri buoni che aiutano a mantenere la vagina pulita e sana; inoltre, l’ambiente acido mette a dura prova la maggior parte dei batteri dannosi. Le alterazioni della salute del sistema immunitario causate dallo stress possono influire sul pH vaginale, esponendo maggiormente al rischio di infezioni da lievito e vaginosi batterica.
È abbastanza comune sviluppare un’infezione vaginale nei periodi di stress (a volte l’infezione può essere legata anche a una scarsa quantità di sonno, che a sua volta è una conseguenza dell’ansia). Non basta semplicemente ridurre l’ansia per curare le infezioni che si sviluppano in seguito a disturbi del microbiota, ma è necessario intervenire con un trattamento specifico.
Lo stress, inoltre, può avere effetti negativi sul desiderio e sulla funzione sessuale.
Uno studio di laboratorio condotto su 30 donne ha rilevato che quelle che mostravano un aumento dell’ansia (misurato in base all’aumento dei livelli di cortisolo) in risposta agli stimoli sessuali presentavano un funzionamento sessuale ridotto (misurato in base ai punteggi relativi all’indice di eccitazione, desiderio e soddisfazione) rispetto alle donne con livelli di cortisolo più bassi.
Un altro studio, condotto su 38 donne, ha evidenziato una relazione tra l’ansia e una minore eccitazione sessuale fisiologica, misurata in base all’ampiezza delle pulsazioni vaginali.
Lo stress, infatti, può provocare cambiamenti negli ormoni estrogeni che agiscono sulle pareti della vagina, causando secchezza e, di conseguenza, influendo negativamente sulla libido.
Paura del parto vaginale (tocofobia)
La preferenza per il parto cesareo è associata a una maggiore paura e a una minore autoefficacia relativamente al parto vaginale. L’esperienza vissuta indirettamente è un fattore che influenza in maniera significativa l’autoefficacia delle donne nulligravide (cioè, che non sono mai state incinte), in misura ancora maggiore nell’era dominata dai media e dal digitale.
Disturbi vaginali ricorrenti associati allo stress cronico |
Infezioni vaginali da lieviti
Un piccolo studio condotto su 35 donne ha rilevato che chi soffre di stress può essere più vulnerabile alle infezioni ricorrenti, tra cui quella da candida, perché lo stress cronico compromette il sistema immunitario. Le donne con infezioni ricorrenti da lieviti (candidosi) sono quelle che, in generale, riportano più infezioni genitali. Ad esempio, il 53% delle donne del gruppo con infezioni ricorrenti da lieviti presentava una storia di vaginosi batterica, contro il 9% del gruppo di controllo. Un altro studio più ampio, condotto su 306 donne, ha rilevato che i fattori psicosociali, in particolare lo stress, sono le principali cause della vulvovaginite da Candida albicans. |
Malattie sessualmente trasmissibili (MST)
Uno studio condotto su oltre 2.000 donne ha evidenziato una correlazione tra lo stress percepito e le malattie sessualmente trasmissibili, cioè le infezioni genitali causate dai batteri Chlamydia trachomatis, Neisseria gonorrhoeae e Trichomonas vaginalis. Si ritiene che lo stress aumenti la vulnerabilità alle MST poiché indebolisce la funzione immunitaria e altera il microbiota vaginale protettivo. |
Le patologie ricorrenti possono causare stress emotivo
I sintomi persistenti e fastidiosi, come il prurito nel caso della candidosi, possono interferire con le funzioni quotidiane e sessuali, incidendo sulle relazioni e provocando stress. |
Affrontare gli effetti dello stress sulla vagina
Le strategie di gestione dovrebbero focalizzarsi sull’alleviare lo stress in modo sano per poter controllare meglio qualsiasi patologia vaginale/cronica.
Le ricerche indicano l’esistenza di una relazione negativa tra la mancanza di resilienza e i disturbi mentali come la depressione e l’ansia, nonché l’inabilità e il disagio psicologico causato dall’insorgenza di sintomi fisici (noti come “somatizzazione”). Un maggior livello di resilienza può rallentare la progressione della malattia (attività della malattia, controllo dei livelli glicemici e gravità della depressione), mentre a livelli scarsi corrispondono effetti opposti. È stata, inoltre, dimostrata una correlazione tra la resilienza, la qualità della vita e i comportamenti benefici per la salute.
I ricercatori concordano sulla necessità di sviluppare misure preventive che permettano di incentivare i fattori protettivi di resilienza, i quali a loro volta potrebbero contribuire a migliorare la condizione delle persone affette da malattie croniche.
Adottare una strategia di gestione sana aiuta a:
- tenere sotto controllo il dolore o il disagio causato dai sintomi;
- decidere di intervenire per trattare la malattia e praticare l’autocura;
- adattarsi alle nuove limitazioni che la patologia impone alla propria vita;
- gestire le crescenti pressioni economiche;
- tenere sotto controllo stati d’animo come la frustrazione, la confusione e l’isolamento.
L’atteggiamento e l’approccio possono fare la differenza e migliorare la qualità della vita. Si diventa resilienti allenando la propria capacità di adattamento. Sviluppare una sana accettazione dei cambiamenti dello stile di vita imposti dalla patologia è molto importante. Accettare i cambiamenti aiuta anche ad acquisire la sicurezza necessaria per vivere nel rispetto dei nuovi vincoli.
Ad esempio, nel caso dell’infezione vaginale da lieviti, poiché il fungo che causa l’infezione si trova a suo agio in un ambiente caldo, umido e privo di aria, si possono adottare nuove abitudini e comportamenti per fare in modo che non proliferi. Questi cambiamenti nello stile di vita possono aiutare a evitare singoli episodi di candidosi e a ridurre il rischio di recidive.
Lo stress e l’eccessiva stanchezza possono ridurre la capacità del corpo di proteggersi dal fungo Candida. Fare attività fisica regolarmente e dormire un numero adeguato di ore ogni notte (almeno 7) aiuta a ridurre i livelli di stress e stanchezza, così come dedicarsi ad attività rilassanti.
Depressione: gli effetti sulla salute intima
Nelle donne esiste una correlazione tra un tasso più elevato di depressione e i cambiamenti ormonali. Ciò è dovuto al fatto che, nelle donne, il rischio di depressione aumenta:
- prima e durante le mestruazioni;
- dopo il parto;
- quando ci si destreggia tra lavoro, casa e famiglia;
- durante la perimenopausa e la menopausa: la riduzione degli estrogeni provoca l’assottigliamento del rivestimento vaginale e la diminuzione delle secrezioni. Inoltre, la vagina si accorcia e si restringe e questo cambiamento è spesso accompagnato da secchezza e irritazione, che rendono spiacevoli i rapporti sessuali.
La depressione influisce sul rischio di vulvodinia; alcuni studi hanno anche dimostrato che le donne affette da vulvodinia sono psicologicamente più stressate di quelle che non presentano questa patologia.
In uno studio caso-controllo condotto su 240 donne è stato riscontrato un tasso di vulvodinia di quattro volte maggiore tra le donne con disturbi d’ansia o dell’umore rispetto a quelle che non ne soffrono. La maggiore prevalenza di vulvodinia tra le donne positive allo screening per la depressione suggerisce una correlazione tra questi due disturbi.
La depressione, poi, può avere anche effetti negativi sulla libido. Questa, infatti, influisce sui livelli di energia ed è possibile che chi ne soffre non abbia energia sufficiente per dedicarsi a un rapporto sessuale. Può succedere anche il contrario, cioè che un calo del desiderio sessuale scateni uno stato depressivo.
Gli effetti della psicosi sulla libido sono probabilmente multifattoriali e dipendono non solo dai sintomi o dalla malattia somatica, ma anche dai farmaci e/o dagli effetti socioculturali della malattia mentale grave.
Infine, la menopausa e i cicli mestruali causano fluttuazioni ormonali che possono aumentare la vulnerabilità alla depressione. La depressione, però, può anche influenzare i cicli mestruali e causare perimenopausa/menopausa precoce.