L’insicurezza nei confronti della propria vulva è un problema comune. Mentre gli uomini sono impensieriti soprattutto dalle dimensioni dei propri genitali, le donne tendono a preoccuparsi principalmente dell’aspetto generale della vulva e quest’ultima tendenza è diventata molto più diffusa in epoca moderna.

Oggi, infatti, il 48% delle donne si preoccupa dell’aspetto della propria vulva. Secondo un’indagine, le caratteristiche che creano maggiori problemi sono le dimensioni (64%), la forma (60%) e il colore (30%) della vulva. Il 32% delle donne ha dichiarato di essere stato indotto da altre persone a pensare che la loro vulva non fosse “normale”.

Cosa causa l’insicurezza nei confronti della vulva?

I media, Internet e il maggiore accesso alla pornografia aumentano le probabilità, per le donne, di vedere vulve rispondenti a determinati canoni. Il 72% delle donne, infatti, indica la pornografia come una fonte di insicurezza nei confronti della propria vulva, in quanto gli uomini si creano un’idea dell’aspetto dei genitali femminili basandosi principalmente sui materiali pornografici.

Anche i contenuti non pornografici, spesso, propongono modelli poco realistici, come avviene nel caso di pubblicità di costumi da bagno o biancheria intima aderenti in cui non è possibile distinguere la sagoma dei genitali.

Il settore dell’estetica sta promuovendo canoni di bellezza della vulva che spingono le donne a ricorrere alla chirurgia: il ringiovanimento vaginale e la labioplastica sono le procedure estetiche che, tra il 2016 e il 2017, hanno registrato la crescita più rapida, con un aumento del 23% a livello globale.
Anche se circa la metà degli uomini dichiara di preferire labbra di piccole dimensioni, solo il 14% è in favore della chirurgia estetica intima.

Donna con le mani sull'inguine

 

In che modo l’insicurezza colpisce le donne?

Uno studio condotto negli Stati Uniti su donne in età universitaria ha evidenziato che una maggiore insoddisfazione per l’aspetto dei propri genitali è associata a:

  • consapevolezza dell’immagine dei propri genitali durante i rapporti intimi;
  • minore autostima dal punto di vista sessuale.

L’immagine corporea e l’autostima sono collegate a componenti psicologiche e fisiche del benessere sessuale della donna, e possono portare a conseguenze come una minore soddisfazione sessuale e una minore motivazione a evitare comportamenti sessuali a rischio.

La vulva può avere qualsiasi dimensione e forma
L’aspetto della vulva non è standard e il fatto che molte donne siano preoccupate di come è fatta dimostra proprio quanto il suo aspetto possa variare da una persona all’altra. Ogni vulva è unica per dimensioni, forma e colore e, a meno che non ci siano segni di una patologia, l’aspetto estetico non è affatto qualcosa di cui preoccuparsi.

Fattori che generano stigma e vergogna nei confronti della vagina

Ogni vulva è unica. Non c’è nessun motivo per cui una donna dovrebbe sentirsi in imbarazzo, diversa o vergognarsi per l’aspetto della propria vulva. L’esistenza di uno stigma, però, può portare le donne a vergognarsi per processi corporei del tutto naturali.

Aspetto esterno della vagina/vulva

Anche se è possibile provare imbarazzo per l’aspetto della propria vulva, esistono diversi modi per migliorare l’immagine corporea, ad esempio acquisire maggiore familiarità con la diversità di forme e dimensioni delle vulve e insegnare alle donne e alle ragazze a smorzare le preoccupazioni relative all’aspetto delle proprie parti intime.

Vergogna legata al ciclo mestruale

Lo stigma deriva dal fatto che le mestruazioni possono essere associate alla mancanza di pulizia e a un senso di repulsione, quando invece sono un processo biologico sano e normale.

Secondo uno studio su 199 studentesse universitarie, la vergogna per il ciclo mestruale influenza indirettamente le decisioni relative alla sfera sessuale, perché è causa di vergogna per il proprio corpo. Le donne che si sentono meno a disagio per le mestruazioni si sentono meno a disagio anche con il proprio corpo e, di conseguenza, mostrano una maggiore assertività sessuale, hanno più esperienza nei rapporti intimi e adottano comportamenti meno rischiosi.

La psicologia della vergogna

La vergogna è un sentimento di imbarazzo o umiliazione che nasce dalla percezione di aver fatto qualcosa di disonorevole, immorale o sconveniente. Se è vero che a livello evolutivo si è sviluppata per darci dei limiti e garantirci l’accettazione da parte dei nostri simili, la vergogna può diventare un problema se viene internalizzata e se porta a un giudizio eccessivamente duro nei confronti di noi stessi.

La vergogna può avere molte possibili cause. Alcune sono temporanee, mentre altre potrebbero risalire all’infanzia ed essere riconducibili a traumi, atti di bullismo, sentimenti di inadeguatezza e rifiuto. I bambini possono provare vergogna anche in assenza di queste cause ed è quindi possibile che esista una componente intrinseca.​

Come si manifesta la vergogna?

La vergogna si manifesta in molti modi e può portare a comportamenti distruttivi, come l’isolamento sociale e lo sviluppo di dipendenze (ad esempio da alcol, droghe, acquisto compulsivo o sesso).
Può, inoltre, avere effetti importanti sulla salute, sulle malattie e sui comportamenti legati alla salute.
La vergogna cronica, ad esempio, è una caratteristica di alcune psicopatologie, come il disturbo da stress post-traumatico, il disturbo da dismorfismo corporeo, il disturbo da ansia sociale e il narcisismo patologico.

Vergogna legata alla menopausa

La menopausa è un processo naturale dell’invecchiamento: indica la fase della vita in cui le ovaie smettono del tutto di produrre ormoni riproduttivi ed è definita dall’assenza di mestruazioni per 12 mesi consecutivi​.

Le ricerche dimostrano che il silenzio, la vergogna, la discriminazione e lo stigma associati all’invecchiamento e alla menopausa sono molto diffusi e possono influire sulla qualità della vita della donna.​ In uno studio condotto su 800 donne di età compresa tra 49 e 54 anni, il 55% delle partecipanti percepiva la menopausa come una situazione difficile, il 45,4% come una malattia e il 56% come il fatto di non essere fertili​.

In uno studio qualitativo di piccole dimensioni, condotto su 15 donne in menopausa, che ha esaminato le loro esperienze durante la transizione verso la menopausa, le partecipanti hanno riferito angoscia per i cambiamenti mestruali, instabilità emotiva, secchezza vaginale e riduzione della libido, con effetti sulla qualità della vita e sul rapporto con loro stesse, i propri partner, il lavoro e i familiari​.

Vergogna legata ai peli pubici

Pur non essendo un aspetto direttamente collegato alla vergogna, le pubblicazioni in letteratura indicano che le donne rimuovono i peli pubici a causa dell’influenza dei media, di preferenze personali o dei comportamenti sessuali, e che una percentuale importante delle donne in età riproduttiva ricorre a qualche forma di depilazione​.

In uno studio su 46 donne, la decisione di depilare le parti intime era influenzata dai partner sessuali, dalle norme culturali e dal desiderio di sentirsi più pulite e di ridurre le preoccupazioni legate agli odori corporei.