Indice
- Esistono circa 40 ceppi di HPV che possono colpire le mucose: questi colpiscono principalmente i genitali maschili e i genitali femminili, ma possono interessare anche l’ano e la faringe (il tubo cavo all’interno del collo che inizia dietro il naso e termina in cima alla trachea e all’esofago).
- L’HPV può coinvolgere anche tessuti non mucosi/cutanei, come la pelle delle estremità.
- L’HPV è classificato come malattia sessualmente trasmissibile (MST); tuttavia, non si diffonde attraverso i fluidi vaginali/seminali, ma tramite il contatto con pelle e mucose.
- Alcuni ceppi di HPV possono causare condilomi (verruche ano-genitali) e cancro.
- L’HPV può causare cancro vaginale, anale, orofaringeo e del pene, ma quello più comunemente associato all’HPV è il tumore della cervice uterina (del collo dell’utero).
- Il tumore della cervice uterina può essere qualsiasi tumore localizzato sulla cervice (l’apertura tra vagina e utero).
HPV ad alto e basso rischio
- I ceppi di HPV che non sono associati ad alcun tipo di cancro sono definiti “a basso rischio”, mentre quelli associati al cancro sono definiti “ad alto rischio”:
- In oltre il 90% dei casi, i condilomi sono dovuti ai ceppi di HPV a basso rischio 6 e 11.
- Ceppi di HPV ad alto rischio vengono rilevati nel 99% dei casi di precancerosi cervicale:
- I ceppi 16 e 18 di HPV sono responsabili di circa il 66% dei casi di tumore della cervice uterina.
- Altri cinque ceppi ad alto rischio (31, 33, 45, 52 e 58) sono responsabili di un ulteriore 15% dei tumori della cervice uterina e dell’11% di tutti i tumori associati all’HPV.
- Quasi tutti i casi di tumore della cervice uterina sono dovuti a ceppi di HPV ad alto rischio; tuttavia, la stragrande maggioranza delle persone affette da HPV, anche quelle affette da ceppi di HPV ad alto rischio, non sviluppa il cancro.
Epidemiologia e prevalenza
HPV
- L’HPV è la MST più comune al mondo: si stima che più dell’80% delle donne e degli uomini sessualmente attivi contrarrà almeno un’infezione da HPV entro i 45 anni di età.
- La prevalenza dell’HPV è fortemente associata all’età: ogni anno si registrano circa 14 milioni di nuove infezioni da HPV, la metà delle quali si verifica in soggetti di età compresa tra i 15 e i 24 anni.
- L’incidenza delle infezioni di alcuni ceppi di HPV si è fortemente ridotta grazie ai programmi di vaccinazione contro l’HPV.
- Nel decennio successivo all’introduzione negli Stati Uniti del vaccino quadrivalente contro l’HPV, avvenuta nel 2006, la prevalenza dei ceppi di HPV 6, 11, 16 e 18 è diminuita dell’86% tra le donne di età compresa tra 14 e 19 anni, e del 71% tra le donne di età compresa tra 20 e 24 anni.
- Nel decennio successivo all’introduzione negli Stati Uniti del vaccino quadrivalente contro l’HPV, avvenuta nel 2006, la prevalenza dei ceppi di HPV 6, 11, 16 e 18 è diminuita dell’86% tra le donne di età compresa tra 14 e 19 anni, e del 71% tra le donne di età compresa tra 20 e 24 anni.
Tumore della cervice uterina
- Nelle donne, il tumore della cervice uterina è il tumore più comunemente associato all’HPV e il quarto tumore più diffuso in generale, con 604.000 nuovi casi stimati nel 2020.
- Nei Paesi ad alto reddito sono in atto programmi che consentono alle ragazze di vaccinarsi contro l’HPV e alle donne adulte di sottoporsi a screening regolari e a trattamenti adeguati; gli screening, in particolare, permettono di identificare le lezioni precancerose in fasi in cui possono essere facilmente trattate.
- Nei Paesi a basso e medio reddito, l’accesso a queste misure preventive è limitato e spesso il tumore al collo dell’utero non viene identificato fino a quando non sviluppa sintomi in fase più avanzata. Inoltre, in questi paesi l’accesso al trattamento delle lesioni cancerose può essere limitato, con conseguente aumento del tasso di mortalità per questo tipo di tumore.
Sintomi
HPV
- Quasi tutte le infezioni da HPV sono asintomatiche e la maggior parte delle persone che ne sono colpite ignora di essere infetta.
- Nel 90% dei casi, l’HPV scompare da solo nel giro di due anni.
- Se i sintomi compaiono, sono tipicamente dovuti a manifestazioni cliniche che variano a seconda dei tessuti (mucosi o non) colpiti dall’infezione.
- Le manifestazioni dell’infezione da HPV nei tessuti mucosi/genitali includono:
- Condilomi (possono comparire settimane, mesi o addirittura anni dopo l’inizio dell’infezione da HPV);
- Papillomatosi respiratoria ricorrente (piccole escrescenze simili a verruche nel tratto respiratorio);
- Precursori del cancro o tumori, compresi i tumori cervicali, anali, vaginali, vulvari, del pene o dell’orofaringe.
- Le manifestazioni dell’infezione da HPV nei tessuti non-mucosi/cutanei includono:
- Verruche plantari e palmari (verruche piccole e ruvide su piedi e mani);
- Verruche piane (verruche che compaiono come piccole protuberanze lisce sulla pelle);
- Verruche periungueali (verruche che compaiono intorno alle unghie delle mani e dei piedi) e verruche subungueali (verruche che compaiono sotto le unghie).
Lo sapevi? |
Tutte le verruche sono causate dall’HPV, ma non tutti i ceppi di HPV causano verruche. |
Tumore della cervice uterina
I sintomi del tumore al collo dell’utero in fase iniziale includono:
- Spotting irregolare o leggero sanguinamento tra una mestruazione e l’altra nelle donne in età riproduttiva;
- Spotting o sanguinamento in post menopausa;
- Sanguinamento in seguito a rapporti sessuali;
- Aumento delle secrezioni vaginali, a volte maleodoranti.
Con l’avanzare del tumore al collo dell’utero, possono comparire sintomi più gravi:
- Dolore persistente a schiena, gambe o bacino;
- Perdita di peso;
- Affaticamento;
- Perdita di appetito;
- Secrezioni vaginali maleodoranti;
- Fastidio nell’area vaginale;
- Gonfiore di una o entrambe le gambe.
Altri sintomi possono insorgere negli stadi più avanzati, a seconda degli organi in cui il tumore si è diffuso.
Qualità della vita
HPV e condilomi
L’infezione da HPV si associa a effetti negativi per le persone che ne sono colpite:
- A livello emotivo
- Le persone con verruche causate dall’HPV riportano emozioni negative tra cui sentimenti di preoccupazione, paura, tristezza, vergogna e disperazione riguardo all’infezione da HPV, soprattutto subito dopo la diagnosi.
- In uno studio elaborato per valutare la prevalenza dei sentimenti di vergogna nelle persone con diagnosi di HPV, i soggetti hanno provato un sentimento di vergogna sostanzialmente più forte rispetto ai soggetti a cui è stata diagnosticata un’altra MST.
- Capacità di svolgere le attività quotidiane
- Relazioni sessuali e affettive
- Le persone con verruche da HPV riportano una perdita della libido, talvolta attribuibile alla paura del dolore o del sanguinamento durante il rapporto sessuale, nonché alla paura dell’infedeltà del partner.
- In uno studio condotto su 100 donne con diagnosi di infezione da HPV, il 56% lamenta una diminuzione della libido; inoltre, il 60% riporta una diminuzione della frequenza dei rapporti sessuali e il 38% dichiara di aver preferito l’astinenza sessuale.
Tumore della cervice uterina
Qualsiasi tipo di tumore può avere un impatto significativo sul benessere psicofisico di un individuo.
- Ogni anno, il tumore al collo dell’utero è responsabile di 8,9 milioni di anni di attesa di vita corretta per disabilità (DALY), una misura basata sul tempo che combina gli anni di vita persi a causa della mortalità prematura e gli anni di vita persi a causa del tempo vissuto in uno stato di salute non ottimale, o gli anni di vita in buona salute persi a causa della disabilità.
- I dati di valutazione della qualità della vita nelle persone affette da tumore al collo dell’utero mostrano:
- i pazienti con tumore in fase iniziale riportano punteggi di QoL (qualità della vita) complessivamente più elevati rispetto a quelli con manifestazione tardiva della malattia;
- il benessere fisico dei pazienti affetti da cancro cervicale (e le loro prospettive generali) è condizionato da età e livello di istruzione;
- le disfunzioni sessuali causate dalla malattia e dal suo trattamento influiscono significativamente sulla vita sociale delle persone con tumore al collo dell’utero;
- i pazienti che hanno risentito di effetti collaterali del trattamento come affaticamento, perdita di capelli, scurimento della pelle e perdita di peso hanno avuto ripercussioni a livello di vita sociale;
- le donne sposate ottengono un punteggio più alto in termini di qualità della vita rispetto alle donne non sposate: è stato dimostrato, infatti, che la presenza di un coniuge o di un partner svolge un ruolo importante per il benessere emotivo della paziente affetta da tumore al collo dell’utero.
Cause
HPV
- La trasmissione dell’HPV è più frequente durante i rapporti sessuali vaginali, anali e orali.
- Studi condotti sull’infezione da HPV appena contratta mostrano che spesso l’infezione avviene poco tempo dopo il primo rapporto sessuale del paziente.
- In uno studio prospettico condotto su studentesse universitarie, l’incidenza cumulativa dell’infezione è risultata del 40% nei 2 anni successivi al primo rapporto sessuale.
- La trasmissione può anche avvenire tramite:
- qualsiasi contatto con la pelle dell’area genitale, come nella masturbazione reciproca;
- la condivisione di sex toy che non sono stati accuratamente puliti;
- auto-inoculazione da una parte del corpo all’altra.
Tumore della cervice uterina
Non esiste un’unica causa per il tumore al collo dell’utero, ma diversi fattori possono aumentare il rischio di svilupparlo nelle persone affette dai ceppi 16 o 18 dell’HPV.
Fattori di rischio
I fattori che incidono sul rischio di infezione da HPV includono:
- Il numero di partner sessuali: più partner sessuali una persona ha – o ha avuto in passato – più è probabile che abbia contratto un’infezione da HPV; anche avere rapporti sessuali con un partner che ha avuto più partner sessuali aumenta il rischio di infezione.
- Età: le verruche comuni (piccole verruche che possono crescere su qualsiasi superficie del corpo, ma soprattutto sulle mani e sulle dita) si presentano soprattutto nei bambini, mentre le verruche ano-genitali si presentano più spesso negli adolescenti e nei giovani adulti.
- Sistema immunitario indebolito: le persone con un sistema immunitario indebolito, come quelle affette da HIV o che assumono immunosoppressori, corrono un rischio maggiore di contrarre un’infezione da HPV.
- Lesioni cutanee: le aree della pelle con tagli o ferite sono più inclini a sviluppare verruche comuni.
- Alcuni tipi di contatto personale: toccare le verruche di un’altra persona o non utilizzare dispositivi di protezione prima di toccare superfici che sono state esposte all’HPV – come docce o piscine pubbliche – aumenta il rischio di contrarre un’infezione da HPV.
Se una persona è infetta da un ceppo di HPV che può causare il tumore al collo dell’utero (come i ceppi 16 o 18), può essere più a rischio di sviluppare un tumore se:
- Fuma
- Le donne che fumano hanno circa il doppio delle probabilità di ammalarsi di tumore della cervice uterina rispetto a quelle che non fumano.
- Nel muco cervicale delle donne fumatrici sono stati trovati sottoprodotti del tabacco; i ricercatori ritengono che queste sostanze danneggino il DNA delle cellule della cervice e possano contribuire allo sviluppo del cancro cervicale. Il fumo, inoltre, rende il sistema immunitario meno efficace nel combattere le infezioni da HPV.
- Adotta o ha adottato un determinato comportamento sessuale
- Le persone che diventano sessualmente attive in giovane età (soprattutto al di sotto dei 18 anni), che hanno molti partner sessuali o che hanno un partner considerato ad alto rischio (una persona con infezione da HPV o molti partner sessuali) hanno maggiori probabilità di sviluppare un tumore al collo dell’utero.
- Ha un sistema immunitario indebolito
- Le persone con un sistema immunitario indebolito, come quelle affette da HIV o che assumono immunosoppressori, corrono un rischio maggiore di sviluppare un tumore al collo dell’utero.
- Ha un’infezione da clamidia
- Alcuni studi dimostrano che il batterio responsabile dell’infezione da clamidia, il Chlamydia trachomatis, potrebbe favorire la proliferazione e l’insediamento dell’HPV nella cervice, aumentando potenzialmente il rischio di tumore al collo dell’utero.
- Assume contraccettivi orali a lungo termine
- I dati esistenti dimostrano che assumere contraccettivi orali per un lungo periodo di tempo aumenta il rischio di cancro alla cervice.
- Ha portato a termine più di una gravidanza
- Le donne che hanno portato a termine 3 o più gravidanze hanno un rischio maggiore di sviluppare il tumore al collo dell’utero; si pensa che ciò sia dovuto alla maggiore esposizione all’infezione da HPV tramite attività sessuale.
- Alcuni studi hanno evidenziato che i cambiamenti ormonali che avvengono durante la gravidanza potrebbero rendere le donne più suscettibili all’infezione da HPV o alla crescita tumorale. Un’altra ipotesi è che le donne in gravidanza possano avere un sistema immunitario indebolito, che faciliterebbe l’infezione da HPV e la crescita di un tumore.
- Ha una storia familiare di tumore al collo dell’utero
- Era giovane quando ha portato a termine la prima gravidanza
- Le donne che hanno portato a termine la loro prima gravidanza a meno di 20 anni avranno più possibilità di sviluppare un tumore al collo dell’utero rispetto a quelle che hanno avuto la prima gravidanza dopo i 25 anni.
- Ha uno status economico basso
- Molte donne a basso reddito non hanno facile accesso a servizi sanitari adeguati, anche rispetto allo screening del tumore al collo dell’utero; ciò significa che potrebbero non essere sottoposte a screening o a trattamenti per eventuali lesioni precancerose.
- Segue una dieta carente di frutta e verdura
- È nata da una madre che ha assunto dietilstilbestrolo (DES, una forma sintetica di estrogeno che veniva prescritta alle donne incinte tra il 1940 e il 1971 per prevenire l’aborto spontaneo, il travaglio prematuro e le relative complicazioni della gravidanza)
- Le donne le cui madri hanno assunto DES durante la gravidanza sviluppano un adenocarcinoma a cellule chiare della vagina o della cervice più spesso rispetto alla norma.
Diagnosi
HPV
- L’infezione da HPV può essere diagnosticata se una persona presenta verruche, che un operatore sanitario può normalmente identificare esaminando la pelle del paziente.
- Come già accennato, molte infezioni da HPV sono asintomatiche, quindi in genere le persone scoprono di essere infette dopo aver effettuato un test di Papanicolaou (Pap test) o test HPV di routine:
- Il Pap test consente di individuare il tumore al collo dell’utero e la presenza di cellule precancerose che, se non trattate, potrebbero portare allo sviluppo di cancro (displasia cervicale);
- I test HPV sono in grado di rilevare i ceppi di HPV ad alto rischio che, se non vengono trattati, possono portare allo sviluppo di un tumore al collo dell’utero:
- La Food and Drug Administration (FDA) ha approvato diversi test HPV in grado di rilevare fino a 14 ceppi ad alto rischio, tra cui l’HPV 16 e il 18. L’impiego di questi test è stato approvato, per le donne, nell’ambito dello screening del cancro cervicale, sia come screening primario, sia come co-test da abbinare a un esame citologico, o come gestione di risultati anomali della citologia cervicale di un Pap test. I test HPV non sono clinicamente indicati né approvati per l’uso sugli uomini.
Tumore della cervice uterina
- Se una persona risulta positiva all’HPV, o se i risultati del Pap test indicano la presenza di cellule anomale sulla cervice uterina, un operatore sanitario può eseguire una colposcopia. Con questa procedura, uno strumento chiamato colposcopio viene utilizzato per ingrandire la cervice e rendere visibili le cellule anomale. Il medico può, in seguito, prelevare le cellule anomale e inviarle al laboratorio perché vengano analizzate. I risultati di questi test possono portare a una diagnosi di tumore al collo dell’utero.
- Ispezione visiva con acido acetico (VIA)
- Nelle aree geografiche che non hanno accesso alle risorse necessarie per effettuare regolarmente Pap test o a test HPV si può ricorrere alla VIA; per effettuarla, l’OS applica una soluzione a base di aceto sulla cervice. La soluzione fa diventare bianche le cellule anomale, rendendo più semplice la loro identificazione.
Diagnosi differenziale
HPV
Esistono diverse patologie che si manifestano in modo simile all’infezione da HPV:
- Calli e duroni
- Marische
- Condyloma latum (una manifestazione cutanea benigna e indolore della sifilide secondaria)
- Cheratoacantoma (tumore cutaneo di basso grado a crescita rapida che si ritiene abbia origine dal follicolo pilifero)
- Psoriasi
- Seborrea (chiazze squamose che si formano soprattutto sul cuoio capelluto)
- Cancroide
- Herpes simplex
- Mollusco contagioso (un’infezione tipicamente innocua che provoca la comparsa di piccole macchie in rilievo sulla pelle)
Tumore della cervice uterina
Esistono diverse patologie che si manifestano in modo simile al tumore al collo dell’utero, tra cui:
- Malattie sessualmente trasmissibili come la clamidia e la gonorrea
- Tumore dell’endometrio
- Endometriosi
- Ectropion cervicale (una condizione in cui le cellule provenienti “dall’interno” del canale cervicale, note come cellule ghiandolari, sono presenti “all’esterno” della porzione vaginale della cervice) o polipi cervicali (escrescenze simili a dita sulla cervice)
Linee guida per il trattamento
HPV
Ad oggi, non esiste una cura per l’HPV, ma la maggior parte delle infezioni non causa nessun problema; queste, infatti, generalmente vengono eliminate dal sistema immunitario entro 2 anni da quando vengono contratte. Il trattamento è necessario soltanto quando l’HPV si manifesta attraverso un’altra patologia, come i condilomi, o con patologie che possono portare allo sviluppo del tumore al collo dell’utero o che si sono già sviluppate in tumore al collo dell’utero.
Trattamento dei condilomi
- Lo scopo del trattamento è la rimozione dei condilomi e il miglioramento dei sintomi, se presenti:
- La comparsa dei condilomi può provocare un notevole disagio psicosociale, che può essere alleviato dalla loro rimozione; se non trattati, i condilomi possono risolversi spontaneamente, rimanere invariati o aumentare di dimensioni o di numero.
- Il trattamento dei condilomi dipende dalle loro dimensioni, dal numero e dalla sede anatomica, dalle preferenze del paziente, dal costo del trattamento, dalla convenienza, dagli effetti avversi e dall’esperienza dell’operatore.
- Non ci sono dati definitivi a indicare se esiste un trattamento migliore di un altro, e non esiste un solo trattamento che sia adatto per tutti i pazienti e per tutti i tipi di verruche. I possibili trattamenti includono:
- Quelli che il paziente può autosomministrare:
- Imiquimod crema al 3,75% o al 5%: il primo deve essere applicato ogni sera, prima di andare a letto, per un massimo di 8 settimane, mentreil secondo deve essere applicato la sera, prima di andare a letto, 3 volte a settimana per un massimo di 16 settimane;
- Podofilox 0,5 soluzione o gel: deve essere applicato sulle verruche ano-genitali due volte al giorno per 3 giorni, seguiti da 4 giorni senza terapia. Il ciclo può essere ripetuto, se necessario, per un massimo di quattro cicli;
- Sinecatechine 15% unguento: deve essere applicato 3 volte al giorno, per un massimo di 16 settimane.
- Quelli che devono essere somministrati da un operatore sanitario:
- Crioterapia con azoto liquido o cryoprobe (uno strumento smussato utilizzato per congelare i tessuti);
- Rimozione chirurgica mediante escissione tangenziale a forbice, escissione tangenziale a rasoio, curettage, laser o elettrochirurgia;
- Acido tricloroacetico (TCA) o acido bicloroacetico (BCA) in soluzione all’80%-90%.
- Quelli che il paziente può autosomministrare:
- Talvolta i medici ricorrono a una terapia combinata (per esempio, crioterapia somministrata dall’operatore e terapia topica applicata dal paziente tra una visita e l’altra). Tuttavia, i dati disponibili riguardo all’efficacia o al rischio di complicazioni associate alla terapia combinata sono limitati.
Il trattamento per le verruche riduce l’infettività dell’HPV? |
Le terapie disponibili per le verruche ano-genitali possono ridurre, ma probabilmente non eradicare, l’infettività da HPV. Ancora non si sa se la riduzione del DNA virale dell’HPV derivante dal trattamento possa ridurre la trasmissione futura. |
Tumore della cervice uterina
Sono disponibili diversi tipi di trattamento per il tumore al collo dell’utero. Il paziente collaborerà con l’équipe oncologica per scegliere il miglior piano di trattamento disponibile, che potrebbe prevedere più di un tipo di trattamento.
Nella fase di definizione del piano di trattamento, i fattori da tenere in considerazione sono molti, per esempio lo stadio del tumore, lo stato di salute generale del paziente e le sue preferenze personali. Le opzioni di trattamento includono:
- Chirurgia
Il tipo di intervento chirurgico da eseguire dipende dalla localizzazione del tumore. Si può ricorrere alle seguenti procedure:- Conizzazione a lama fredda
- La conizzazione a lama fredda è una procedura che viene eseguita in anestesia generale, che prevede l’utilizzo di un bisturi per la rimozione di una piccola parte di tessuto a forma di cono dalla cervice e dal canale cervicale.
- La conizzazione può essere utilizzata anche per trattare le alterazioni delle cellule cervicali di alto grado (alterazioni delle cellule che hanno un’alta probabilità di diventare cancro).
- Biopsia del linfonodo sentinella
- Il linfonodo sentinella è il primo in un gruppo di linfonodi a ricevere il drenaggio linfatico da un tumore primario; è quindi il primo linfonodo a cui è probabile che il cancro si diffonda.
- La biopsia del linfonodo sentinella ne prevede la rimozione.
- Isterectomia (intervento chirurgico di asportazione dell’utero): per il trattamento del tumore al collo dell’utero possono essere utilizzati diversi tipi di isterectomia:
- Isterectomia totale, che prevede l’asportazione dell’utero e della cervice;
- Isterectomia radicale, che prevede l’asportazione di utero, cervice, di parte della vagina e di un’ampia area di legamenti e tessuti circostanti. Possono essere rimosse anche le ovaie, le tube di Falloppio o i linfonodi limitrofi;
- Isterectomia radicale modificata, che prevede l’asportazione dell’utero, della cervice, e della parte superiore della vagina, oltre che dei legamenti circostanti. Questo tipo di intervento rimuove meno tessuti e/o organi rispetto all’isterectomia radicale. Possono essere rimosse anche le ovaie, le tube di Falloppio o i linfonodi limitrofi.
- Trachelectomia radicale
- Chiamata anche cervicectomia radicale, questa procedura prevede l’asportazione della cervice, dei tessuti vicini e della parte superiore della vagina. Possono essere rimossi anche i linfonodi.
- Dopo la rimozione della cervice, il chirurgo collega l’utero alla porzione restante di vagina.
- Sull’utero vengono applicati particolari punti di sutura o un bendaggio (con una procedura nota come cerchiaggio) per aiutare a mantenerlo chiuso durante la gravidanza.
- Se una persona si sottopone a questo intervento, può ancora essere in grado di rimanere incinta.
- Salpingo-ooforectomia bilaterale
- Comporta l’asportazione di entrambe le ovaie e delle tube di Falloppio e viene eseguita quando il cancro si è propagato in questi organi.
- Esenterazione pelvica totale
- Comporta l’asportazione di colon inferiore, retto e vescica. Vengono rimossi anche cervice, vagina, ovaie e linfonodi limitrofi.
- Vengono praticate aperture artificiali (stomia) per far defluire l’urina e le feci dal corpo in una sacca di raccolta.
- Dopo l’intervento, può essere necessario un intervento di chirurgia plastica per realizzare una vagina artificiale.
- Conizzazione a lama fredda
- Radioterapia
- Utilizza raggi X ad alta energia o altri tipi di radiazioni per uccidere le cellule tumorali o per impedirne la crescita danneggiando il loro DNA.
- I due principali tipi di radioterapia sono la radioterapia esterna e la radioterapia interna (detta anche brachiterapia): la prima dirige le radiazioni sulle cellule cancerose da un macchinario esterno al corpo, mentre la seconda utilizza una sostanza radioattiva sigillata in aghi, semi, fili o cateteri che vengono inseriti direttamente nel tumore o in prossimità di esso.
- Per il trattamento dei tumori della cervice uterina si utilizzano sia la radioterapia esterna che quella interna, che possono essere impiegate anche come terapia palliativa per alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita delle persone affette da tumore al collo dell’utero in stadio avanzato.
- Chemioterapia
- La chemioterapia utilizza farmaci per arrestare la crescita delle cellule tumorali, uccidendole o impedendo loro di dividersi. La chemioterapia può essere somministrata da sola o in combinazione con altri trattamenti.
- I farmaci chemioterapici utilizzati per il trattamento del tumore al collo dell’utero includono, a solo titolo di esempio:
- Cisplatino
- Carboplatino
- Gemcitabina
- Ifosfamide
- Irinotecan
- Paclitaxel
- Topotecan
- Vinorelbina
- Terapia mirata
- La terapia mirata utilizza farmaci o altre sostanze per bloccare l’azione di specifici enzimi, proteine o altre molecole coinvolte nella crescita e diffusione delle cellule tumorali.
- Le terapie mirate utilizzate per il trattamento del tumore al collo dell’utero includono bevacizumab e tisotumab vedotin.
- Immunoterapia
- Il pembrolizumab è un farmaco immunoterapico utilizzato per il trattamento di pazienti il cui tumore al collo dell’utero presenta il biomarcatore PD-L1.
Prevenzione
HPV
L’unico modo per prevenire l’HPV è astenersi dai rapporti sessuali con persone infette; tuttavia, ci sono diverse misure che si possono adottare per ridurre le probabilità di contrarre l’HPV pur continuando a godere di una vita sessuale sana:
- Vaccinarsi
- Il vaccino contro l’HPV è sicuro ed efficace. Se viene somministrato nelle fasce d’età raccomandate, può proteggere dalle malattie (compresi i tumori) causate dall’HPV; tuttavia, il vaccino non protegge da tutti i tipi di HPV.
- Esistono 3 vaccini attualmente approvati dalla FDA: 9vHPV, 9, 4vHPV e 2vHPV. Tutti i vaccini prevengono l’infezione da ceppi di HPV ad alto rischio 16 e 18, che causano la maggior parte dei tumori al collo dell’utero e altri tipi di tumori attribuibili all’HPV; il vaccino 9vHPV previene anche l’infezione da altri cinque ceppi ad alto rischio. Inoltre, i vaccini 4vHPV e 9vHPV prevengono le infezioni da ceppi 6 e 11 dell’HPV, che causano la comparsa di condilomi.
- Il CDC raccomanda di sottoporsi alla vaccinazione contro l’HPV a:
- Tutti i preadolescenti (sia uomini che donne) di 11 o 12 anni, ma la vaccinazione può essere effettuata già all’età di 9 anni;
- Tutte le persone di età superiore ai 26 anni, se non sono già vaccinate.
- Usare i preservativi durante i rapporti sessuali: chi usa regolarmente il preservativo (nel modo corretto) può ridurre le probabilità di contrarre l’HPV. Ciò detto, l’HPV può infettare anche aree non coperte dal preservativo, e pertanto non assicura una protezione completa dal rischio di infezione.
- Avere una relazione sessuale monogama con una persona non affetta da HPV.
Screening del tumore al collo dell’utero
- La maggior parte dei decessi dovuti al tumore al collo dell’utero si può prevenire attraverso lo screening (ad esempio, un Pap test o un test HPV) e il trattamento.
- Se il tumore della cervice uterina viene individuato in fase precoce, il tasso di sopravvivenza a 5 anni per le persone affette da tumore invasivo è del 92%, mentre se il tumore si è diffuso ai tessuti o agli organi circostanti e/o ai linfonodi regionali, il tasso di sopravvivenza a 5 anni è del 58%.
- Circa il 44% delle persone affette da tumore al collo dell’utero riceve la diagnosi in fase precoce.
- I programmi di screening cervicale dovrebbero eseguire controlli anche sulle persone che hanno ricevuto la vaccinazione contro l’HPV, oltre a quelle non vaccinate.