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Questi spasmi muscolari involontari si verificano quando un pene, un dito, un tampone o uno strumento medico (ad esempio, durante un esame pelvico) cercano di penetrare nella vagina. Nonostante una persona affetta da vaginismo possa comunque provare piacere, questo disturbo può causare dolore durante il rapporto sessuale, rendendo difficile la penetrazione.
Esistono due tipologie di vaginismo:
- Primario: quando la penetrazione vaginale non è mai stata raggiunta;
- Secondario: quando la penetrazione è avvenuta una volta, ma non è più possibile.
Epidemiologia e prevalenza
- Non esistono studi epidemiologici sulla prevalenza del vaginismo nella popolazione, probabilmente perché uno studio di questo tipo richiederebbe una visita ginecologica stressante e chi ne soffre preferirebbe evitarla.
- Uno studio condotto negli Stati Uniti ha rilevato che solo un terzo delle donne con “un problema sessuale che provoca disagio” ha cercato l’aiuto di un operatore sanitario.
- Di conseguenza, le stime sulla prevalenza del vaginismo sono molto variabili: secondo alcuni, è una condizione relativamente rara; secondo altri, invece, si tratta di una delle disfunzioni psicosessuali più comuni nella donna.
- Sebbene la prevalenza nella popolazione rimanga sconosciuta, in ambito clinico i tassi di prevalenza segnalati oscillano tra il 5 e il 17%.
Sintomi
- Il sintomo principale del vaginismo è la contrazione involontaria della vagina.
- Il dolore degli spasmi può variare di intensità, da lievemente fastidioso a molto doloroso.
- Infezioni della vescica, infezioni delle vie urinarie (IVU) e infezioni vaginali da lieviti possono peggiorare il dolore da vaginismo.
- Tra gli altri sintomi del vaginismo troviamo:
- Fobia della penetrazione vaginale e calo del desiderio sessuale legato alla penetrazione;
- Bruciore o dolore pungente quando qualcosa viene inserito nella vagina.
- Gli spasmi o il fastidio possono verificarsi ogni volta che avviene una penetrazione vaginale, oppure si manifestano solo in determinati momenti, come durante i rapporti sessuali o gli esami pelvici.
- I sintomi del vaginismo possono comparire negli ultimi anni dell’adolescenza o all’inizio dell’età adulta, quando le donne hanno rapporti sessuali per la prima volta, provano per la prima volta a inserire un tampone o si sottopongono per la prima volta a un esame pelvico da parte di uno specialista.
- Alcune donne sviluppano il vaginismo più tardi, a volte dopo l’inizio della menopausa.
- Quando i livelli di estrogeni diminuiscono al sopraggiungere della menopausa, la mancanza di lubrificazione ed elasticità vaginale può rendere i rapporti sessuali dolorosi, stressanti o impossibili.
Qualità della vita
- Alcuni studi hanno dimostrato una forte correlazione tra i disturbi sessuali nelle donne e problemi psicologici come ansia e depressione.
- È stato, inoltre, dimostrato che il vaginismo ha notevoli effetti negativi sull’autostima di chi ne soffre.
- Gli effetti del disturbo sulla qualità della vita non riguardano solo le donne: questa condizione, infatti, può avere effetti negativi anche sui partner, che possono sviluppare a loro volta disfunzioni sessuali come la disfunzione erettile e l’eiaculazione precoce.
- Le persone affette da questo disturbo tendono a evitare del tutto i rapporti sessuali o qualsiasi tipo di intimità per paura che poi si arrivi a un rapporto sessuale; questo mette a dura prova i rapporti di coppia.
- Molte persone affette da questo disturbo hanno riferito di portare il fardello di un “segreto” di cui provano vergogna. Alcune evitano di fare nuovi incontri, socializzare e andare agli appuntamenti per non iniziare nuove relazioni.
Cause
- Gli esperti non sanno quali siano le cause del vaginismo; tuttavia, hanno associato diversi fattori psicologici a questo disturbo.
- Ciononostante, il vaginismo non è sempre associato a problemi psicologici, e molte delle donne che ne sono affette non hanno avuto questi problemi.
Fattori di rischio
Chiunque abbia una vagina è a rischio di soffrire di vaginismo; tuttavia, le persone sono più a rischio se:
- in passato hanno subito un trauma o abuso sessuale;
- in passato hanno vissuto esperienze ginecologiche dolorose, come infezioni, interventi chirurgici o parto;
- hanno paura del sesso o non sono interessate al sesso;
- hanno provato dolore quando hanno avuto il primo rapporto sessuale;
- provengono da un ambiente religioso rigido e/o hanno avuto un’educazione sessuale severa;
- hanno mostrato resistenza all’inserimento di un catetere (un tubo flessibile usato per svuotare la vescica e raccogliere l’urina in una sacca di drenaggio) o di un clistere (iniezioni di liquidi usati per pulire o stimolare lo svuotamento dell’intestino) in età molto giovane.
Diagnosi
Per effettuare una diagnosi di vaginismo, l’operatore sanitario dovrà:
- Chiedere alla paziente informazioni sui sintomi e sulla sua anamnesi medica e sessuologica:
- L’operatore sanitario può chiedere alla paziente quando ha notato per la prima volta il problema, quanto spesso si verifica e cosa sembra scatenare gli spasmi;
- Nel valutare l’anamnesi sessuologica della paziente, l’operatore sanitario può chiederle se ha mai subito traumi o abusi sessuali.
- Eseguire un esame pelvico (ove possibile) per escludere altre patologie e confermare la presenza di spasmi muscolari.
- Per rendere l’esame meno fastidioso, l’operatore può applicare una crema per uso topico anestetizzante all’esterno della vagina
Diagnosi differenziale
Esistono due disturbi che possono presentarsi in modo simile al vaginismo.
Disturbo | Sintomi |
Atrofia vaginale (assottigliamento, secchezza e infiammazione dei tessuti della parete vaginale) |
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Vestibolite vulvare (dolore nella parte della vulva intorno all’apertura della vagina) |
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Linee guida per il trattamento
Il trattamento ideale per il vaginismo deve tenere conto delle spesso complesse componenti biologiche, emotive, psicologiche e legate alle relazioni sessuali del disturbo.
Terapie psicologiche
- Le persone che soffrono di vaginismo possono trarre beneficio dalla terapia psicologica che prevede la desensibilizzazione sistematica attraverso la terapia cognitiva (compresa la terapia cognitivo-comportamentale e la terapia sessuale) e l’educazione sessuale (individuale o di coppia) combinate all’uso di dilatatori vaginali.
- Alcune persone possono trarre beneficio dalla terapia cognitiva combinata a terapia di rilassamento, ipnoterapia o rieducazione pelvico-perineale (rafforzamento del pavimento pelvico, spesso seguendo gli esercizi di Kegel).
Terapie su prescrizione
- La terapia psicologica può essere abbinata all’uso di farmaci, in genere quando la paziente non risponde in maniera adeguata alle sole terapie psicologiche e mostra elevati livelli di ansia.
- Tra i farmaci su prescrizione troviamo:
- Benzodiazepine
- Il diazepam associato alla terapia psicologica è l’intervento farmacologico più comune.
- Antidepressivi
- Solitamente si inizia con l’amitriptilina o altri antidepressivi triciclici a bassa dose (10 mg), da aumentare gradualmente fino a 40-60 mg se necessario.
- Iniezioni di tossina botulinica (Botox)
- 150-400 unità di tossina botulinica di tipo A iniettate nell’elevatore dell’ano (un gruppo muscolare esteso e sottile, situato su entrambi i lati del bacino) in tre punti;
- questo intervento mira a rilassare i muscoli che presentano gli spasmi e impediscono la penetrazione; è attualmente in fase di valutazione ma ad oggi non esistono studi randomizzati e controllati.
- Benzodiazepine
- Gli operatori sanitari possono anche consigliare alle pazienti di utilizzare lubrificanti o provare determinate posizioni sessuali per rendere i rapporti più gradevoli.
Prevenzione
Ancora non si conosce un modo per prevenire il vaginismo.